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Glastonbury

 

Secondo i vangeli canonici, Giuseppe di Arimatea, un ricco membro del sinedrio ai tempi della crocifissione di Cristo fu l’uomo che condusse il corpo di Gesù dal calvario fino alla sua tomba. è poco, ma è tutto ciò che si sa con certezza.
Infatti, Le notizie da qui in poi diventano lacunose e tracciano le fila della leggenda che negli anni si accompagnerà a Gastonbury ma soprattutto ad uno oggetto mitico: il sacro graal, il calice su cui si poggiarono le labbra di Cristo durante l’ultima cena. Si racconta che Giuseppe di Arimatea dopo averlo riempito del sangue di Gesù l’abbia portato fino in Britannia, a Glanstonbury, dove ancora oggi sarebbe custodito nell’attuale valle del calice; in alcuni periodi dell’anno la sorgente di Glastonbury che si trova nella valle del calice assume tinte rossastre e secondo la tradizione si tratterebbe proprio del sangue di Cristo.
Sceso dalla sua imbarcazione la prima azione di Giuseppe fu quella di piantare il suo bastone nel terreno: in quel punto, come per incanto, crebbe un albero dal quale germogliò il rarissimo biancospino di Glastonbury, la cui caratteristica è quella di fiorire solamente due volte l’anno, in prossimità di Pasqua e Natale. Quello stesso arbusto crebbe rigoglioso per secoli, fin quando un parlamentare in epoca medievale non lo asportò. Tuttavia il biancospino fu piantato nuovamente e ancora oggi è possibile ammirarlo in tutto lo splendore del suo ambiente naturale. La stessa regina madre ha l’abitudine di fregiare la sua tavola natalizia con i petali del biancospino


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