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L'Autosacrificio

maya1.jpg (12503 byte) Esite un glifo che in particolare esprime questa pratica: quello che letteralmente significa "la fuoriuscita di sangue".

Tale pratica era riservata in special modo ai Re ed ai Sacerdoti che "dovevano" innalzarsi al cielo.

Questo rito, consisteva per gli uomini nel perforare il pene con spine o oggetti aguzzi di ossidiana, per poi far passare nei fori praticati alcuni steli di paglia; nelle donne i punti da perforare erano la lingua e le labbra.

Durante questo rito si cadeva in uno stato di trance e si viveva un'esperienza allucinatoria, dato che si faceva uso anche di sostanze stupefancenti .

L'allucinazione e lo stato di stordimento, dovevano portare alla visione del Serpente Sacro, simbolo stesso del sangue versato, che secondo i Maya era il mezzo mediante il quale i mortali potevano stabilire un contatto con il mondo "superiore" e con quello "inferiore" di Xibalba'.

 

 

     

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