Diego de Landa
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Il francescano Diego de Landa, inviato nelle conquistate terre per sconfiggere l'idolatria, riusci' a sconfiggere anche il "sapere" riuscendo a negare agli studiosi dei nostri tempi scritti e tavole preziose. Di certo , i Maya utilizzavano la scrittura su corteccia di alberi di fico
per tramandare le loro conoscenze o narrare la propria storia già nel primo millennio
dell'era cristiana anche se, ad eccezione di alcune aree del Bassopiano Settentrionale,
non utilizzavano più l'antica scrittura geroglifica degli avi. |
Il francescano, nel 1566, scrisse un gigantesco
rapporto intitolato "Relacion del las Cosas de Yucatan" con il quale voleva
"scusarsi" e difendersi dalla condanna di eccesso di zelo. Tale opera gli
fruttò la promozione a Vescovo. La Relazione delle cose dello Yucatan, costituisce ancora oggi la fonte principale di informazioni sulla vita e sul pensiero dei Maya dell'epoca della Conquista. Tale scritto, contiene ampie descrizioni di molte cerimonie Maya, una dettagliata spiegazione del Calendario Maya, dell'astrologia e un fantomatico alfabeto in geroglifico. La Relazione scomparve per più di un secolo riapparendo solo nel 1862 grazie all'opera dell'archeologo Brasseur de Bourbourg, dando nuovi impulsi alla decifrazione degli scritti Maya. Infatti, Pio Perez, studioso dello Yucatan che già aveva incominciato ad interpretare parti del calendario Maya, facendo combaciare i suoi vari tasselli di conoscenze con quelli riportati da Diego De Landa riguardanti il Calendario, poté decifrare una considerevole parte dei geroglifici Maya che sino ad allora avevano resistito ad ogni tipo di decodificazione. |
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